L’applicazione di una Tassa di soggiorno è una pratica sempre più diffusa
Uno degli esempi più recenti nel nostro paese è quello di Venezia, città nella quale la giunta comunale sta discutendo dell’introduzione di una tassa di soggiorno ed altre misure per contrastare il fenomeno dell’overtourism, ovvero dell’eccesso di turisti. Il turismo infatti può diventare insostenibile, superati determinati livelli, sia per le amministrazioni che per i residenti di una certa zona o città.
La tassa di soggiorno, già in vigore in altri centri come ad esempio Roma, è quindi una delle pratiche più diffuse per reperire le risorse necessarie per attrezzature e servizi che limitino l’impatto dei flussi turistici.
L’imposta nasce in Italia nel lontano 1910 e fu applicata originariamente soltanto ai centri termali e alle stazioni balneari sparse per la Penisola. Reintrodotta a partire dal 2009 oggi è prevista in oltre 800 fra città e località che fanno dell’Italia la nazione europea dov’è di gran lunga più diffusa e dove si trovano alcuni degli importi più elevati.
La regolamentazione italiana prevede ad ogni modo che l’imposta di soggiorno non possa superare in nessuna località del Paese, con l’eccezione di Roma, il tetto dei 5 € a notte per persona.
In Europa ed il “caso Amsterdam”
Fra le capitali europee invece la più conveniente è Praga con una tassa di soggiorno di soli 0,58 € a notte, seguita da Lisbona che presenta una tassa minima di 1 € al giorno, mentre a Vienna occorre pagare il 3,02% del costo totale dell’alloggio. A Parigi, una delle metropoli più visitate al mondo, la tassa di soggiorno può invece raggiungere un importo massimo di 4,40 €.
Caso particolare invece è rappresentato dalla capitale olandese, Amsterdam. A partire dal 1° gennaio 2020 infatti l’amministrazione aumenterà le tasse di soggiorno per tutti coloro che dormono in albergo, affittano case private o bed and breakfast. I visitatori pagheranno in più 3 euro a notte a persona, oltre al 7% della tariffa della camera.
Per fare un esempio pratico: pernottando in un albergo in una camera doppia che costa 100 euro a notte, la tassa di soggiorno sarà complessivamente di 13 euro, ossia 7 euro più i 3 euro da pagare per ogni occupante. Sarà più caro inoltre affittare un alloggio attraverso il portale Airbnb: l’imposta esistente verrà aumentata del 10%. Invariata rimane invece la tassa di arrivo di 8 euro per chi raggiunge la capitale in barca.
Le misure intendono, secondo quanto riferito dagli amministratori locali, scoraggiare il turismo di massa con una particolare attenzione ai soggiorni molto brevi.
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